-Tredicesima lezione-
-La bellezza di Maria-
Parlare di Maria è sempre difficile, per quanto si voglia dire di Lei, è sempre balbettare qualcosa. La grandezza di Maria sta prima nella Sua umiltà; Maria, proprio per la Sua umiltà, ha attirato su di Sé lo sguardo dell’Altissimo, e per questo riceve dallo Spirito Santo l’abbondanza dei doni, la fede, la speranza, la carità che la ornano di bellezza e venne chiamata così “Santuario dello Spirito Santo”, abitazione di Dio, la “piena di Grazia”; come dono supremo la Vergine Maria riceve da Dio lo Spirito Santo che le dona la capacità di generare Cristo nel Suo grembo materno.
Maria, nella Chiesa, occupa il posto più alto dopo Cristo, e il più vicino a noi; lo dice il Papa Paolo VI nell’Enciclica “Marialis cultus”.
Ora per parlare della grandezza di Maria voglio prendere come base l’evento della “Visitazione” di Maria a S. Elisabetta. Il momento culminante dell’incontro di Maria con S. Elisabetta è la gioia. Come? In questo incanto Divino le due cugine esplodono di gioia; sì, è l’incanto, è la gioia che Maria vive della prima Evangelizzazione feconda.
Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, parte da Nazareth e arriva da Elisabetta dopo un lungo cammino, arriva in “fretta”, come coloro che camminano con il passo gioioso dell’obbedienza e del timore di Dio e l’incontro tra le due cugine produce un clima di meraviglie per l’Opera che Dio ha iniziato in ambedue. Elisabetta, sotto l’azione dello Spirito Santo, proclama quella frase: “a che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?”. Per quale merito? Elisabetta riconosce la sua piccolezza, la sua fragilità e si meraviglia di aver ricevuto tale visita. Spesso sarebbe importante che anche noi ci ponessimo questa domanda: “ a che debbo….per quale merito io ricevo tante Grazie?” e tra queste la visita di Maria, che continuamente viene ad ammonirmi con amore di Madre per portarci pace e Salvezza?
Ecco Maria si presenta ancora oggi a noi con messaggi brevissimi, ma ricchi, parla poco ma porta molto, ci porta Gesù. Lei si presenta nella disponibilità e nel servizio e oggi lo dice a noi: “fate vivere Gesù, portateLo sul lavoro…”; tutta la descrizione dell’evento del Vangelo della “Visitazione” è piena di questo servizio e questo perché Maria è animata dallo Spirito di Colui che è “venuto per servire e non per essere servito”, che Ella porta addirittura nel Suo grembo.
In questo clima si rivela il miracolo della Misericordia di Dio, ed eccone gli effetti, sono evidenti: lo Spirito Santo riveste il piccolo Giovanni nel seno della madre ed Elisabetta, a sua volta, apre il Vangelo delle beatitudini e dice: “beata te che hai creduto nell’adempimento della Parola di Dio” e così Maria esplode nel grande cantico, il “Magnificat”, che la Chiesa ripete ogni giorno perché è il più grande “grazie” a Dio che la Chiesa posso pronunciare.
Da questo passo del Vangelo di Lc. possiamo noi tutti cogliere il valore dell’accoglienza Evangelica che diventa per noi l’icona dell’accoglienza fraterna, è l’accoglienza dei discepoli di Gesù, l’accoglienza che dovremmo avere noi cristiani nei confronti dei nostri fratelli. Questa è la vera Evangelizzazione, questo è vivere l’anno della fede; l’accoglienza è quella che forma la comunità cristiana, è quella che rende presente Gesù in mezzo a noi, perché Lui ha detto: “da lì vedranno che siete miei, se vi amerete….”; questa l’accoglienza che ci propone Maria va rinnovata ad ogni incontro, ogni giorno, nelle nostre famiglie, nella nostre Comunità Parrocchiali.
Spesso le famiglie si sgretolano perché ci si abitua all’indifferenza, e così anche fra noi cristiani spesso viene a mancare quell’attenzione per l’altro, e questo piano piano ci porta all’indifferenza al punto da soffocare i rapporti interpersonali.
In Maria ed Elisabetta leggiamo le condizioni dell’accoglienza cristiana; si incontrano sotto la giuda dello Spirito Santo e nella Sua luce si salutano e si accolgono, riconoscono reciprocamente e con gioia i doni di Dio di cui sono portatrici, fungono da strumenti dello Spirito Santo (Sacramenti vivi) della presenza di Dio nel mondo. Così pure noi cristiani siamo chiamati a riconoscere nell’altro un dono per noi; dove ci sono queste condizioni c’è la vera accoglienza Evangelica, c’è vita di Dio. Solo tale accoglienza fonda la vera comunità di Gesù, una comunità secondo il Vangelo, dove Gesù può regnare. Questo è l’anno della fede, questa è la nuova Evangelizzazione. Oggi dobbiamo interrogarci: se le Chiese si svuotano, non è forse per caso che il cristiano si sente solo, abbandonato a se stesso? Non è per caso che vede in noi una fede formale, ma non concretizzata nel quotidiano? Io penso che gli elementi fondamentali per costruire comunità secondo il cuore di Dio e per vivere insieme, li troviamo in Maria ed Elisabetta, nell’evento della “Visitazione”.
La Comunità cristiana deve avere come fondamento una motivazione spirituale, è l’Amore di Gesù e il Suo Spirito che ci raduna insieme e che ci fa crescere. É il fascino di Gesù che crea comunione ed è l’attenzione di Maria che si accorge delle nostre necessità e le presenta a Gesù e Gesù non può rifiutare il grido della Madre che vede la nostra debolezza e vuole evitarci sofferenze maggiori, perché ne vede le conseguenze del nostro agire sbagliato.
Anche in ciascuno di noi, realmente e misteriosamente, ci sono le condizioni di Maria e di Elisabetta; noi pure saremo beati se ascolteremo e obbediremo alla Parola di Dio, e ai messaggi che Maria ci porta dal Cielo per una vita sana e per la Salvezza nostra e dell’umanità così ferita dal dolore del peccato e dalla disobbedienza ai Comandamenti di Dio.
Ricordiamoci che ogni persona che crede, concepisce e genera spiritualmente il Verbo di Dio. Allora, l’augurio che vi facciamo è che sia in tutti noi l’anima di Maria per magnificare il Signore. Sia in tutti noi lo Spirito di Maria per gioire di essere figli di Dio, perché se secondo la carne non c’è che una sola Madre di Gesù, secondo la fede, Gesù viene generato da tutti quelli che Lo amano, perché l’amore genera Gesù, che ne è l’Autore, dell’Amore.
Questo mistero che spesso ci sfugge, è legato a noi nel Battesimo, ed è percepibile a noi solo nella misura della fede che abbiamo. Quindi: fede debole, la percezione sarà debole; fede profonda, la percezione sarà forte. Perché Gesù in Gv.14, 23 dice: “se uno mi ama, anch’Io lo amerò e anche il Padre lo amerà e noi verremo e prenderemo dimora presso di lui e ci manifesteremo a lui…”. Quindi, ogni persona che prende sul serio queste parole è certamente guidata dallo Spirito Santo, cioè, in qualche misura porta in sé lo Spirito di Maria.
Perciò, noi tutti percepiamo che il punto di forza sta nell’accoglienza, che non si esaurisce nel primo incontro con le persone, ma deve diventare un atteggiamento stabile del cristiano, deve essere rinnovato ad ogni incontro con i fratelli perché è sempre un incontro con i doni di Dio che siamo invitati a scambiarci, riconoscendoli reciprocamente, per un’opportunità di aiuto e di servizio e questa è sempre occasione nella gioia reciproca.