Campodalbero

1 Set , 2023 - Giovani

Relazione 30 Agosto 2023

La preghiera mattutina costituiva il momento iniziale della giornata. A seguire, vi erano le attività di formazione, che comprendevano l’esposizione del santo. Fra i molti, quelli scelti sono stati i seguenti: Giovanni Calabria, Carlo Acutis, Agata, Maria Maddalena, Giovanni Bosco, Eustochio Belletti da Padova e Giuseppina Bakhita. Le vite di tutti questi santi furono molto diverse tra loro, ma accomunate dall’amore per Dio e per il prossimo. Vivendo le tre virtù teologali della fede, della speranza e della carità, essi hanno saputo indirizzare la propria esistenza a Dio e appropriandosene lo hanno donato agli altri. La loro fede fu salda nonostante le numerose tribolazioni della vita. Essa è testimoniata, per esempio, da Agata, la quale non rinnegò Cristo neanche in procinto di essere uccisa, o dalle sante Bakhita ed Eustochio, le cui vite furono segnate da sofferenze fisiche e spirituali. Possiamo poi vedere in Maria Maddalena l’amore per Cristo, che la portò ad essere la prima testimone t della Sua resurrezione, assumendo il titolo di Apostola degli Apostoli. Altri santi come San Giovanni Bosco e San Giovanni Calabria, ci hanno testimoniato in modo particolare l’amore per i giovani, tra i quali possiamo annoverarne numerosi che hanno vissuto in pienezza la loro vita, donandola a Dio; tra di essi vi è Carlo Acutis. Egli, che viveva in maniera quotidiana l’Eucaristia e si adoperava per far conoscere Gesù agli altri, rappresenta un vero esempio di vita cristiana per noi giovani genuinamente spesa per la carità.

Questo ci sprona a intraprendere un graduale percorso verso la santità, come fece anche Anna nella sua vita terrena. Ma come fare allora per essere santi? A tal proposito ci ha colpiti l’insegnamento di Luigina sul controllo dei propri pensieri.

“Stai vivendo nella verità?”:

Questa fu la prima domanda postaci. Se si vuole essere santi bisogna trovare la verità di noi stessi attraverso la preghiera, grazie alla quale si riesce a scoprire il nostro io più profondo, che sta alla base dei nostri pensieri, questo perché influenzano la nostra vita.

Ad esempio, i pensieri negativi, se alimentati, ci possono causare malumori e rischiano di plasmare a lungo andare negativamente il nostro carattere. Per iniziare un cammino è necessario dominare i propri pensieri negativi e reagire positivamente al proprio vissuto per far sì che esso diventi occasione di crescita e non causa di risentimenti e paure. Abbiamo però constatato quanto sia difficile fare progressi, soprattutto a livello quotidiano, nelle semplici occupazioni della vita di tutti i giorni. Spesso tendiamo a pensare al nostro passato e questo blocca la nostra crescita, perché non sappiamo uscire dalla nostra comfort zone e assumerci rischi. La preghiera e la meditazione, come ci è stato spiegato, sono armi molto utili in tal senso. Sebbene sia difficile per noi perseverare nel loro esercizio a causa della nostra debolezza di fronte alla tentazione di abbandonarle , esse ci aiutano a fortificarci rispetto all’ambiente circostante. Questo ci fa capire che solo in Dio troviamo la forza per superare noi stessi.
Un altro insegnamento che abbiamo ascoltato riguardava la figura dell’angelo custode. Oltre alle figure dei santi, è stato sicuramente interessante conoscere meglio queste creature quasi dimenticate e poco invocate, le quali si identificano come spiriti intermediari tra Dio e l’uomo. Si tratta di figure spesso banalizzate, ma importanti e presenti nella Bibbia.

Al Salmo 91 infatti è scritto che “Egli [Dio], per te darà ordine ai suoi Angeli di custodirti…”. L’angelo custode è presente per tutta la nostra esistenza e ci accompagna, custodendoci appunto.

Egli non interviene sulle nostre scelte e la sua missione trova senso solo in vista del progetto di salvezza di Dio. Ecco perché essi non sono esseri da adorare, ma da invocare: Dio, infatti, ce li ha consegnati come strumenti del Suo Amore.

Il legame che si instaura tra di noi e il nostro angelo è infatti molto stretto in quanto essi sono stati creati per capirci profondamente. Per farci diventare santi, Dio dunque mette a nostra disposizione anche questo ulteriore tipo di risorse oltre ai Sacramenti, alla preghiera e alla Bibbia.

La vita di santità si può paragonare all’uomo in ricerca della perla preziosa: quando l’ha trovata vende tutto per averla e trattenerla con sé. Questo è quanto accaduto anche nell’episodio di Zaccheo: vediamo un uomo non soddisfatto della propria vita, seppure piena di ricchezze. Ma quest’uomo non si ferma a pensare ai propri vuoti, ma scommette su se stesso e arrampicandosi sul sicomoro va alla ricerca di Colui che può dare senso alla propria vita. Lo guarda, ma soprattutto viene guardato, non si sente giudicato ma accolto da quello sguardo misericordioso che lo porta ad esplodere di gioia e ad abbandonare ogni compromesso con la vita precedente per lasciare spazio alla perla preziosa che finalmente ha trovato.
Così possiamo intendere la vita del santo: non è un persona che non sbaglia mai, non è una persona che fa sempre tutto bene, non è una persona che non ha mai crisi di fede (abbiamo visto l’esempio di Giovanni Battista che in carcere sul finire della vita ha il dubbio sulla vera identità di Gesù come Messia), non è una persona che non pecca mai; ma è un persona che cade ma poi con l’aiuto della grazia di Dio sa e vuole rialzarsi perché ha scoperto che nella gioia di servire il Signore sta la verità e il senso profonda dell’esistenza cristiana. Quindi il santo fa propria la gioia del Risorto e per nulla al mondo se la lascia portare via, anche se costa impegno, fatica e a volte tanto sacrificio.
Sono proprio la fatica e il sacrificio che a volte bloccano la nostra capacità e volontà di dire pienamente sì al Signore (a volte ci risulta difficile anche trovare un motivo valido per alzarsi la mattina): manchiamo quindi ancora di gioia piena, ma come l’uomo della parabola proviamo giorno dopo giorno ad orientare la nostra ricerca verso la perla preziosa per vivere sempre più in pienezza e assaporare il gusto vero dell’esistenza.