Ritiro delle famiglie (10/11/2019)

12 Nov , 2019 - Catechesi,Famiglie

IL MATRIMONIO È SACRAMENTO

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Il Matrimonio è Sacramento perché è la prima vocazione che Dio ha pensato per l’uomo e per la donna. Il Sacramento del Matrimonio è una cosa grande per l’umanità e per la Chiesa. Il Sacramento è un segno che esprime noi stessi. La nostra vita è piena di segni, segni per dire la vita, per esprimere il nostro amore, il modo in cui ci presentiamo per esprimere con bellezza la nostra presenza. Il Sacramento è un segno che manifesta, visibilizza e trasmette ciò che contiene. Qui ecco la differenza fra il segno e il Sacramento. Il Sacramento è molto di più di un segno.

Facciamo un esempio: se io vedo la bandiera tricolore mi ricordo che quel segno rappresenta l’Italia. È un segno significativo per l’Italia, però la bandiera non contiene l’Italia; così i segni che noi usiamo. Per esempio se sono invitata a pranzo e non posso andare, magari mando un segno, cioè un fiore, una bottiglia, ecc. È un segno del mio affetto che mi rende presente in quella occasione, però questo segno non mi contiene, dice solamente il mio affetto. Nel Sacramento c’è il segno ma quel segno è presenza. Questa è la differenza. Il segno del Sacramento è visibile a tutti, ma non si ferma al segno: dentro contiene la presenza, manifesta quella presenza, attiva ciò che quel segno dice.

Entriamo dentro la realtà di questo segno.

Dio fin da principio ha voluto dare un segno di Sé quando ha creato il mondo, il cielo e la terra; il principio di ciò che sarebbe stato il cielo e la terra. Dentro a questo mondo che si è creato, che è cresciuto, Dio ha voluto porre un segno di Sé: non è Dio ma è qualcosa che racconta qualcosa di Dio, manifesta qualcosa di Dio. E questo è il primo dei segni. Non è ancora sacramento ma è il primo dei segni, è molto importante e noi lo troviamo nella Bibbia. Nella Genesi c’è scritto che dopo la creazione Dio creò l’uomo e la donna, maschio e femmina li creò, a Sua immagine e somiglianza li creò. San Giovanni Paolo II scrive: “Quando Dio nel mondo ha voluto creare l’uomo e la donna, quasi entra dentro al suo intimo per creare qualcosa di simile a sé, uomo e donna”. L’uomo e la donna portano in sé allora l’impronta del Divino. Sono una originalità particolare, sono un segno particolare e proprio per questo si coglie in sé che c’è qualcosa di Divino, qualcosa che assomiglia a Dio. Se noi guardiamo la coppia scopriamo che c’è qualcosa di irraggiungibile, qualcosa che la coppia esprime e che la scienza non è mai riuscita a spiegare e non riuscirà mai, perché è una somiglianza divina. Dio cioè crea questa realtà UOMO/DONNA come pienezza di unità e pienezza di distinzione. È una cosa originalissima e che non esiste nulla al mondo che abbia queste qualità. Pensate alle orme associative e aggregative, a tutto quello che volete, ma nessuna ha le caratteristiche che noi riscontriamo nella realtà della coppia uomo/donna: totalmente uno, totalmente distinti. Non esiste associazione che abbia queste caratteristiche. Poi pensiamo alle qualità dell’amore, la complementarietà dell’amore, la condivisione e la compresenza. Queste particolarità dicono e descrivono le singolarità di questa forma societaria che sono uomo e donna: due perfettamente uno e così perfettamente distinti nell’amore. È così chiara l’impronta di Sé che Dio dà all’uomo e alla donna, che possiamo cogliere in modo concreto nella vita di coppia questa dimensione d’infinito. Pensate all’amore di coppia, fidanzati o sposi. Quanto è grande l’amore, come si può misurare? Ci accorgiamo che non c’è misura nell’amore. In psicologia si riesce a misurare tutto, l’intelligenza, le capacità. Ma quando si parla dell’amore anche la psicologia si ferma, non ha criteri quantitativi. Si può misurare la qualità dell’amore da come viene vissuto, ma non la quantità. Quando chiedi a un genitore quanto ama i propri figli, ti risponde: “Li amo più della mia stessa vita”, questo perché l’amore non è misurabile.

Ecco poi c’è la qualità della gioia che produce l’amore. È una qualità che non ha pari. Questa gioia è completamente diversa da qualsiasi altra gioia. La gioia dell’amicizia, di viaggiare, di possedere cose, ecc. Questa gioia dell’amore è assolutamente diversa, come mai è così diversa? Che cos’è di così diverso che viene anteposto a tutto? Dentro a questa gioia c’è un segno ed è il “per sempre”, perché l’amore ti porta in un dimensione di vita dove si vuole che l’amore non si conti. Questo succede tra fidanzati. Sembra sempre che il tempo scappi. Qui c’è un segno d’infinito. L’uomo e la donna portano dentro qualcosa di Dio, qualcosa che non è misurabile.

Facciamo un passo ulteriore. Siete immagine e somiglianza di Dio. Ma noi siamo chiamati a pensare che c’è qualcosa che ci collega a Dio dentro di noi, oppure c’è stato un avvenimento importante nel mondo? Un avvenimento che è venuto a rivelarci chi è questo Dio, è bello sapere che abbiamo e portiamo l’immagine e somiglianza di Dio: sì, è importante, come è importante sapere chi è nostro padre, nostra madre. Pensate a certi figli adottati che dopo anni vogliono sapere chi li ha generati. Ecco anche voi dovete nutrire questo desiderio. Ma noi due in questo rapporto intenso d’amore a chi assomigliamo? Ma chi è questo Dio. Ecco la bellezza dell’annuncio. Il Figlio di Dio si è fatto carne, è Gesù che è venuto in mezzo a noi e ha preso un volto umano, dalle sue parole umane possiamo capire chi è, chi è l’immagine e somiglianza dell’originario, e chi è questo originario? Allora ecco che Gesù ci parla del Padre e dello Spirito Santo e così scopriamo che siamo immagine e somiglianza di questo Dio Trinità: tre persone, un unico Dio, l’Amore. Da qui scopriamo la nostra origine. Ma Gesù ci fa fare un passo in più perché non è venuto a rivelarci come siamo fatti, ma è venuto a rivelarci come vive Dio, ci ha fatto vedere un Gesù che vive concretamente a immagine e somiglianza del Padre. La nostra immagine e somiglianza deve mostrarci come ama Dio. Dio ama come lo sposo ama la sua sposa. È un Gesù che viene ad amare l’umanità come sua sposa e Lui stesso si definisce come Suo Sposo.

Già, la modalità dell’Incarnazione è una modalità nuziale. Il Figlio di Dio si unisce alla carne umana. C’è il sì di Gesù e il sì di Maria: si compie questa unità tra Dio e la carne umana. È uno sposalizio, è un’unità straordinaria Divina. Gesù non è venuto a rivelarci che cos’è il matrimonio, ma è venuto a rivelarci l’immagine e somiglianza, è venuto a vivere le nozze. Come si vivono le nozze? Guardiamo Lui nella casa di Nazareth come ha vissuto accanto all’umanità. Questo è vivere le nozze, è vivere nella semplicità. Ma il segno dei segni che ci rivela come ha vissuto le nozze è l’Eucarestia. L’Eucarestia che è anticipazione della crocifissione. Chi è il Crocifisso? È un corpo dato per amore, corpo che viene crocifisso, umiliato e nello stesso tempo donato: “Padre perdona loro”. Gesù perde sé stesso per amore donando tutto. Alla luce del crocifisso scopriamo cos’è l’amore. È l’Eucarestia. L’Eucarestia è Gesù che si dona ai suoi per dire: lo sono questo “per voi, prendete e mangiatene tutti …. Questo è il mio corpo”. È un Gesù che desidera fare nozze, unire il suo corpo a noi, diventare uno con noi. Pensiamo alla Comunione nella S. Messa: è il nostro corpo che attraverso l’Eucarestia si unisce al Corpo di Gesù, e nell’Eucarestia è una carne sola, come un uomo e una donna nel letto matrimoniale. Gesù desidera unire la sua vita gloriosa a ciascuno dei nostri corpi per dire che non ha sposato per scherzo l’umanità, ma vuole dire ad ogni uomo e donna tutto il suo amore, al punto da unire il suo corpo glorioso a questo nostro povero corpo. E l’Eucarestia è il segno più bello dove ama e vive queste nozze, e vuole che durino per sempre. Ecco perché il matrimonio è indissolubile. “Fate questo in memoria di me”: alla luce di queste nozze si capisce il segno delle nozze. Gesù è venuto a dare pienezza e significato a ciò che da principio è stato chiamato immagine e somiglianza con Dio. Le nozze sono chiamate a dare quel Gesù che continua a essere mistero d’amore che unisce Dio all’umanità e Gesù alla sua Chiesa. Allora gli sposi non sono un segno che rimanda a un’altra realtà, sono un segno che consente a Gesù di esprimersi ancora in forma umana. Non siete qualcosa che rimanda a Gesù, voi esprimete come coppia il Suo Amore, un segno che contiene l’Amore di Gesù e potete comunicare questo Amore. Ecco la differenza dagli altri segni.

Il Sacramento è un segno che contiene una realtà che può visibilizzare e conteggiare quell’Amore. Questa è la coscienza della Chiesa. Il Sacramento del Matrimonio non è una cosa, non è una formula, ma è Cristo stesso che viene incontro ai coniugi cristiani e rimane con loro. Il Sacramento del Matrimonio è una presenza, è un segno che indica non solo quanto Cristo ha amato la Sua Chiesa, ma rende presente tale Amore. Ecco, qui comprendiamo la differenza del Sacramento del Matrimonio dagli altri segni. In forza di questo Sacramento gli sposi vengono investiti di una vera e propria missione che possa rendere visibile a partire dalle cose semplici e ordinarie, l’Amore con cui Cristo ama la sua Chiesa: siete cioè chiamati in forza di questo Sacramento a rendere visibile l’Amore di Dio per la Sua Chiesa. Il Sacramento del Matrimonio è un segno cristologico perché manifesta la presenza di Dio nella passione, morte e resurrezione di Gesù. Gli sposi sono una ricchezza che collocati dentro all’Amore di Dio possono esprimere questa ricchezza che ricevono nel Sacramento stesso. Gli sposi con il Sacramento del Matrimonio diventano per tutta la vita Sacramento. Il Sacramento non è qualcosa che si celebra e poi è finito, no. Gli sposi con il Rito del Matrimonio, diventano Sacramento per tutta la vita. Pensate come coppia nella bellezza dell’oceano dell’Amore di Dio. Una goccia nell’oceano acquisisce la forza dell’oceano. Così è per voi sposi: siete come una goccia riversata in questo oceano d’amore, chiamati a dimostrarlo concretamente con la vita e con l’amore verso tutti quelli che il Signore vi farà incontrare.

Come sono io nella coppia?

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