Ritiro delle famiglie (14-01-2018)

14 Gen , 2018 - Catechesi,Famiglie

CRISTO È LA LUCE DI MEZZOGIORNO SUI SALMI

(video)

Oggi iniziamo questa giornata con un Salmo che Papa Paolo VI ha scritto poco prima di morire.

È un inno alla vita, una grande lode a Dio. Dice Papa Pio VI: “Questa vita, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, è una realtà bellissima, un miracolo sempre originale e commovente, un avvenimento degno di essere cantato in gaudio e gloria la vita.

La vita dell’uomo. E insieme esprimo felice stupore per il quadro che circonda la vita dell’uomo. Questo mondo immenso, misterioso, magnifico. Questo universo dalle mille forme, dalle mille leggi, dalle mille bellezze. Perché non ho studiato di più la stanza nella quale la vita si svolge? Quale distrazione, quale superficialità! Tuttavia, almeno in extremis, riconosco che questo mondo, che è stato fatto per Cristo, è stupendo! Ti saluto e ti celebro all’ultimo istante con immensa ammirazione, è stupendo! Tutto è dono, e dietro la vita, dietro la natura e l’universo, io dico in questo saluto luminoso, ci sta l’Amore! Grazie a Dio! Grazie e gloria a te, o Padre!”.

Questo è un Salmo meraviglioso, scritto quasi in punto di morte; è la celebrazione di Dio per la bellezza della creazione e della vita! Cristo, allora, è preparato dai Salmi ed è compimento dei Salmi.

Cristo è cresciuto nella preghiera dei Salmi, è Lui la novità, è Lui la luce sui Salmi; i Salmi escono dal cuore di Gesù. Allora, se vogliamo superare le difficoltà che incontriamo nel pregare i Salmi, è necessario cominciare a pregarli da cristiani, nella novità della presenza di Cristo.

Non è la stessa cosa quando un Salmo viene pregato da un ebreo, e quando viene pregato da un cristiano, no. I Salmi sono un ponte ecumenico, sono il popolo della prima alleanza, gli ebrei, e il popolo della nuova Alleanza, i cristiani; noi preghiamo le stesse preghiere, ma non è la stessa cosa.

È vero che preghiamo le stesse parole, ed è vero che i Salmi sono preghiera ispirata, “Parola di Dio” per l’ebreo e per noi, ma c’è un salto di qualità, una grande novità per chi prega da cristiano e crede in Gesù.

Non è una cosa da poco questa identità: dobbiamo coglierla non per metterci contro gli ebrei, ma per cercare di ravvivare il dialogo. La cosa importante per ogni dialogo è sapere chi si è, perché senza la coscienza della propria identità non può esserci dialogo.

Tutto l’Antico Testamento e i Salmi sono rivelazione di Dio in cammino progressivo verso la pienezza dei tempi e il compimento che è Gesù. E in Gesù che si può leggere l’Antico Testamento.

Lui è la pienezza dei tempi, la pienezza del dono di Dio.

Gesù ha detto: “Chi vede Me, vede il Padre”; mai nessuno ha potuto pronunciare questa parola, e nessuno potrà mai più dirla. Nell’umanità di Gesù c’è tutto il mistero di Dio; per questo ogni brano dell’Antico Testamento deve sempre essere confrontato con Gesù attraverso una semplice domanda.

Bisogna chiederci: “Questo brano come trova compimento in Gesù?”.

Se non ci poniamo questa domanda, l’Antico Testamento non lo leggiamo da cristiani. Questo non sminuisce l’Antico Testamento, la sua splendida Rivelazione, però rimane sempre un discorso incompiuto e aperto, in attesa di un mistero che deve essere svelato. Non è a caso che nella Liturgia della Domenica prima si legga un brano dell’Antico Testamento, poi si legga un brano del Vangelo che fa da specchio e che mostra il compimento di quella pagina dell’Antico Testamento.

Allora, il Nuovo Testamento ha bisogno dell’Antico Testamento, proprio perché in esso riconosce le proprie radici, e il cammino verso il compimento. Pensiamo all’invocazione: “Mostrami il tuo volto”; questa supplica dell’Antico Testamento si realizza in Gesù: “Dio nessuno l’ha mai visto, il Figlio Unigenito che è nel seno del Padre lo ha rivelato”. (Gv. 1 ,1 8).

Ecco, senza la venuta di Cristo le Sacre Scritture non avrebbero avuto compimento, e il libro Biblico più mortificato sarebbe stato il Salterio, perché Cristo ne costituisce il traguardo profetizzato e atteso.

I Salmi sono così intimi e confidenti a Cristo che il ritardo della Sua venuta li avrebbe spenti. La Liturgia delle Ore ci insegna a pregare i Salmi da cristiani, è una scuola preziosa che ci insegna a vivere in intimità con Cristo.

Se noi facciamo attenzione, le antifone ci preparano sempre a entrare in intimità con Gesù, così pure il versetto che troviamo sotto il titolo del Salmo che è preso quasi sempre dal Nuovo Testamento o dai Padri della Chiesa, ci aiuta a pregare il Salmo nella luce di Cristo.

Il “Gloria” che recitiamo alla fine di ogni Salmo è un’insegna luminosa che ci aiuta a pregare in Cristo nella Trinità.

I Salmi si trovano inseriti nella Liturgia delle Ore ed è tutta una celebrazione nel respiro di Cristo, e del cristiano. Così pure il “Padre nostro” è la completezza che realizza la nostra figliolanza tra noi e il Padre per mezzo di Gesù; tutto questo è un lavoro che non si improvvisa, ma deve essere preceduto da una conoscenza e da una vita di preghiera, è un lavoro esigente, ma merita lo sforzo per capire chi siamo, e che senso ha la nostra vita, e perché tutta la nostra preghiera deve essere per Cristo, con Cristo e in Cristo.

Gesù è cresciuto nella preghiera dei Salmi e li ha realizzati i Salmi, perché Lui frequentava la Sinagoga e il testo di preghiera per Lui erano i Salmi, come per tutti gli ebrei. Il libro dei Salmi fu la formazione religiosa di Gesù. É bello pensare che gli occhi di Gesù, la voce di Gesù, il cuore di Gesù, come anche quello di Giuseppe e di Maria abbiano percorso in lungo e in largo queste stesse preghiere che noi preghiamo oggi.

I Salmi, insieme allo ”Schemà” (ascolta Israele), sono stati il clima spirituale in cui Gesù è cresciuto. I Salmi hanno aiutato Gesù a prendere coscienza della Sua missione, del Suo essere Messia (Salmo 2, 72, 110).

Quando Gesù appare Risorto dice: “Sono queste le parole che dicevo quando ero con voi: bisogna che si compiano tutte le Scritture su di Me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” (Lc.24, 44), e così mostra piena consapevolezza di essere il pieno compimento dei Salmi.

Nell’ora della croce, Gesù pronuncia poche parole, e le Parole che pronuncia sono dei Salmi: “Colui che mangia con me mi tradirà”; ”Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio” (Sal. 110). Davanti al Sinedrio disse: “Ho sete” (Sal.69); “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato” (Sal.22); “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Sal.21).

La preghiera dei Salmi era veramente nel sangue di Gesù. Uscendo dall’Ultima Cena canta il Salmo della Passione (Sal. 113-118) salendo il Calvario.

Gesù è cresciuto nel clima di Salmi ed è stato da loro plasmato, ma Gesù è anche il compimento dei

Salmi. Gesù è Colui che è stato annunciato dai Salmi, ed è Colui che li compie; è l’uomo giusto, è Lui l’innocente che soffre per mano degli empi, è Colui che confida nel Signore e poi viene liberato, è Lui il Messia atteso. Tutto questo era scritto nei Salmi.

Attenzione, però, che non sono i Salmi a determinare Gesù, ma è Gesù che dà origine ai Salmi, perché facciano luce a noi sulla persona di Gesù. La luce folgorante è Gesù; nel Salmo 101 ci sono delle espressioni stupende che possiamo fare nostre, di noi cristiani: “Amore e giustizia voglio cantare, voglio cantare inni a te o Signore: agirò con saggezza nella via dell’innocenza…” (versetto 8).

Gesù ha pregato questo Salmo e l’ha pregato da principe: questo Salmo ci manifesta la Rivelazione in cammino: Gesù è venuto a eliminare il male, la violenza, le guerre, ecc.

Ma allora, come si spiega il fatto che il Salmo 101 dice: “Sterminerò tutti gli empi della terra?”.

La risposta è nella croce; lì Gesù ha spezzato il potere del maligno per salvare tutti. Con la forza del perdono e della verità e della croce ha salvato chi era sterminato, perduto; Gesù non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva: muore Lui al suo posto, solo che di fronte a questa novità di Gesù, Israele rimane scandalizzato e si chiude a Lui.

Anche noi facciamo fatica ad entrare in questa logica di Dio e lasciarci educare da essa. Infatti Gesù dice a Pietro: “Lungi da me satana, perché ragioni come il mondo”. SÌ, è la nostra stessa fatica a convertirsi alla logica di Cristo: vorremmo sempre farla pagare a coloro che ci offendono.

Quindi Gesù è il compimento di novità per tutta la Scrittura; questo non significa che bisogna abbandonare l’Antico Testamento, no: l’Antico Testamento conserva un valore perenne, perché mostra il modo di rivelarsi di Dio, è il disegno di Dio nella storia, è il percorso che tutti noi dobbiamo fare per incontrare e ritrovare Gesù. Il Vecchio Testamento è tutto da pregare e da comprendere in Gesù, perché al centro della Scrittura c’è Lui; Gesù non viene a mettere la firma sulla Scrittura, ma “Vino nuovo in otri nuovi”.

Gesù ripete: “Non pensate che Io sia venuto ad abolire la Legge, nemmeno uno iota”, e questo lo dice per dire la validità dell’Antico Testamento e della Torà. Gesù subito dopo prende alcune frasi della Torà: “Avete inteso che fu detto, ma Io vi dico…”; le capovolge.

Allora, cosa vuole dirci Gesù? Ci dice: “Fino adesso avete pregato dicendo ‘Padre annienta i nemici’, ora pregate così: ‘Padre perdona loro’; Padre, risveglia le nostre coscienze e quelle di tutti”.

Ecco, i Salmi vanno letti alla luce di Gesù; quando noi preghiamo i Salmi, Gesù è presenza viva che dimora in noi e nella Parola. Questa è la novità: Gesù vivo e Risorto che ci fa entrare nella sua preghiera.

Concludo indicandovi tre passi essenziali per accostare i Salmi

  • Comprendere il Salmo nel Suo contesto, e nel Suo senso letterale, così come è nato e come è stato pregato.
  • Vedere il Salmo alla luce di Gesù, le Sue parole e i Suoi comportamenti. Il Salmo va sempre portato alla luce della Pasqua, morte e resurrezione, perché questa è l’ultima Parola del rivelarsi di Dio.
  • Attualizzare il Salmo all’interno della Chiesa e applicarlo a livello personale.

Questi tre passaggi richiedono un po’ di impegno, ma abbiamo la certezza che lo Spirito Santo ci viene in aiuto per pregarlo in comunione con gli ebrei, ma nello Spirito Cristiano (cioè di Cristo).

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