Ritiro delle donne (19 febbraio 2017)

23 Feb , 2017 - Catechesi

LA LIBERTÀ, DESIDERIO DI TUTTI NOI

Io credo che nessuna di noi non provi un senso di brivido al pensiero di sentirsi liberata da Cristo. Ma libera da che cosa? Quando io durante la giornata mi infastidisco, quando la giornata non va come avrei voluto oppure quando mi sembra di non riuscire a fare tutto quello che ho programmato, allora mi infastidisco. In questi casi sento come una vocina strana che mi ripete nell’orecchio: “Guarda che sei libera di irritarti, sei libera di rispondere male, sei libera di tenere il muso, sei libera di arrabbiarti”, quasi mi volesse dire: “Guarda che ne hai tutto il diritto”.

Eppure questa è una libertà che non mi rende libera veramente.

“Cristo mi ha liberata perché io resti libera”: ecco questa parola di Dio in questi giorni che pensavo a voi, mi ha toccata molto e mi sembra di aver intuito in modo nuovo qual è la libertà che Gesù mi offre.

La libertà che Gesù mi offre è quella di essere dono sempre, che è poi la libertà di essere felice. La libertà di essere dono l’ho sperimentata in alcuni momenti di questo periodo che ho dovuto fermami per il male ad una gamba, influenza, ecc. Questa parola mi frullava dentro anche in questa situazione dove è difficile essere libera per essere dono, ma che hai bisogno dell’aiuto degli altri: c’è la limitazione del non poter fare quello che vuoi, la limitazione del tempo che passa perché il male non ti lascia subito, eppure l’impazienza del tempo che non passa perché hai la testa vuota e ti sembra di non combinare nulla. E poi, però, senti dentro la grande libertà di sorridere e di accogliere chi passa a darti un saluto, la libertà nell’accettare e offrire per qualcuno che magari non ha problemi di salute, ma è schiavo di tanta cose IDOLATRE che gli tolgono la gioia di vivere.

Che libertà il poter ascoltare con tutto il cuore una fatica dell’altro: piena libertà dall’essere tristi, dal chiuderci in un malessere sterile e anche che libertà di ringraziare!

Qualcuna di voi potrebbe dirmi: “Ma questa non è libertà, è una scelta faticosa!”. Ma meditando, con sorpresa, ho scoperto la bellezza di questo momento e ciò mi ha riempita di entusiasmo, e questa scoperta voglio esprimerla a voi non con parole mie, ma con le parole dì una donna piena di Dio oltre che molto intelligente: è madre ANDREBEL una consacrata laica vissuta nel 1900. Come ripeto era appassionata di Dio.

Lei vide la vita come una danza, e la danza mi sembra che esprima un’atmosfera molto simile a quella della libertà e mi aiuta a pensare che essere dono è una libertà suprema, ma anche una possibilità di danzare sempre come Maria a Cana.

Lei scrisse: “Signore io penso che Tu forse ne abbia abbastanza della gente che sempre parla di servirti con la grinta di condottiero, di conoscerti con aria da professore, di raggiungerti con le aureole sportive, di amarti come fiamma di un matrimonio invecchiato. Lascia che noi inventiamo qualcosa per essere gente allegra che danza la propria vita, e con Te per essere una brava danzatrice, con Te come con tutti, non occorre sapere dove la danza conduce, basta seguire il tuo passo, essere gioiose, essere leggere e soprattutto non essere rigide. Non bisogna voler avanzare a tutti i costi, ma accettare di tornare indietro, di andare di fianco, bisogna saper fermarsi e saper scivolare invece di camminare, ma non sarebbero che passi da stupidi, se la musica non ne facesse un’armonia, e noi dimentichiamo la musica del tuo spirito, e facciamo della nostra vita un esercizio di ginnastica. Dimentichiamo che fra le tue braccia la vita è danza, ma spesso preferiamo stare nelle braccia degli aguzzini, piuttosto che sperimentare l’armonia e la bellezza del donarsi per amore”.

Ecco a me sembra che a volte per voler essere dono sia come un esercizio di ginnastica. No, Cristo mi ha liberata perché io possa essere dono e perché io possa essere libera. Ora vi dico a ognuna di voi: “Cristo ti ha liberata perché tu resti libera, libera di donarti, libera di essere dono ogni istante, libera di sorridere, libera di fare gesti d’amore anche se l’altro non lo capisce subito, libera di voler bene anche quando l’altro ti fa disperare, libera di guardare l’altro con comprensione anziché di giudicarlo”.

Allora questo tuo appartenere a Gesù danza, è danza alla tua libertà di essere dono. Ora pensiamo concretamente a una persona con cui rischiamo di comportarci da schiava, cioè con cui noi non siamo libere di essere dono, oppure a una situazione in cui non riusciamo a danzare sotto l’azione dello Spirito.

Oggi nell’Eucarestia ripetiamo questa Parola: “Cristo mi ha liberata per essere libera”. Devo essere libera di capire chi sono e quali sono i miei doni. Ecco cara donna, Dio ti ha dato il dono della fecondità, tu sei radice di fecondità e di speranza. Quando si fanno degli esempi dove protagoniste sono le donne, tutti sono attenti, sì, perché la donna saggia è fonte di novità, di bellezza, è una brezza leggera che porta il profumo dello Spirito Santo, se ha le qualità di Maria, la donna del SÌ, la donna condottiero, la donna che si mette dentro con tutta sé stessa alla catena di eventi che Dio sta pensando per realizzare per la pienezza del tempo.

Questo è il tempo di Maria, ed è anche il tempo di noi donne, siamo chiamate a realizzare insieme con Maria quel disegno d’Amore che Dio ha su tutta l’umanità in questo momento della storia.

Pensiamo alla reazione delle due mamme, Maria ed Elisabetta.

Elisabetta, ricevuta la grazia della maternità, si nasconde, ha vergogna perché è anziana, ecco finisce il Vecchio Testamento. Maria lo apre, apre il Nuovo Testamento. Entra nella storia e si schiera decisamente dalla parte di Dio, prende lo stile di Dio. Maria ci viene presentata come una donna umile e silenziosa, obbediente e certamente lo è. Ma è anche sovversiva, nelle difficoltà sa reagire e Dio ha bisogno di donne sovversive che abbiano chiara la loro missione, che abbiano la capacità di cambiare il vecchio per il NUOVO, di cambiare quelle relazioni STANTIE che non sanno di nulla o che sono solo motivo di discussioni. Maria a Cana di Galilea rompe gli indugi, non sta lì a dissentire con il Figlio, anche se ha risposto male, Lei suona la campana che segna l’inizio della vita pubblica di Gesù. Sotto la croce sfida il buon senso e rimane ferma al suo posto. Maria si propone come donna creatrice di senso, donna innovatrice che sa indicare percorsi di senso INEDITI e di fede ferrea carica di responsabilità che indica sentieri di luce anche alle donne di oggi.

Maria è la donna nuova. La fonte segreta di Maria è la fede, è l’adesione del cuore a Dio. Ecco la donna da imitare, da seguire, per poter rendere nuova l’umanità così corrotta e vittima di una ideologia menzognera piena di fantasie e di illusioni sataniche.

Voi donne siete la speranza per un mondo nuovo, pensate alla vostra dignità, alle vostre possibilità che Dio vi ha riservato. Ecco, siate luce, siate speranza per le vostre famiglie, siate armonia, siate la danza di Dio per una umanità che conosce solo la violenza, l’egoismo.